Una storia che attraversa mezzo secolo

La storia di Amir, nella sua evoluzione da azienda speciale a società patrimoniale, dalle origini ad oggi, racconta di un’impresa pubblica da sempre al servizio del territorio. Pronta a spendersi per il bacino riminese, riversandovi risorse preziose, senza mai smettere di investire in un servizio, come quello idrico, che ne ha segnato sviluppo dell’economia e qualità di vita.

Il nome di Amir entra nelle case insieme all’acqua, al diffondersi dell’acquedotto pubblico. Sono gli anni Sessanta, periodo decisivo per la ricostruzione della città di Rimini. La costituzione ufficiale dell’Azienda Speciale Amac, Azienda municipalizzata acquedotti comunali, è del 2 gennaio 1965. L’inizio di un’esperienza al servizio dell’acqua pubblica e del territorio che la porterà ad assumere un ruolo di primo piano nello sviluppo socio-economico locale.

Il cambio di denominazione in A.M.I.R., Azienda Municipalizzata Industriale Rimini, nel 1973. Ad Amir viene affidata la gestione di tutte le fasi del ciclo idrico, dalla captazione alla fonte alla potabilizzazione. Dapprima nel solo capoluogo. Poi con il subentro al Consorzio Acquedotto Valle del Conca (1994) il bacino di attività comincia ad estendersi.

Con la trasformazione della municipalizzata in società per azioni a prevalente capitale pubblico spariscono i puntini dall’acronimo AMIR, che d’ora in poi per esteso si qualifica come Azienda pubblica per la rete idrica nella provincia di Rimini. Una rivoluzione tutt’altro che formale. Il processo, dibattuto e travagliato, è ufficialmente compiuto il 17 dicembre 1994. Amir è tra le prime municipalizzate in Italia a tagliare il traguardo della privatizzazione.

Inizia un periodo di forte espansione. Operativa dall’1 gennaio 1995, la ‘nuova’ Amir già ad aprile gestisce il servizio integrale dell’acquedotto per Rimini, Santarcangelo, Verucchio e parte della Valconca. Nel frattempo continua a svolgere attività complementari in tutti gli altri comuni della provincia, da Bellaria a Riccione, in Valmarecchia e nel Montefeltro. Nel primo anno di attività arriva a servire il 70% della popolazione della provincia di Rimini.

Con l’aumento del bacino di competenza si amplia anche la struttura aziendale. Tra uffici tecnici, amministrativi e commerciali, più i reparti operativi, Amir conta 124 dipendenti. Oltre alla sede di Rimini ne vengono aperte una a Coriano e un’altra a Verucchio. Su input legislativo, prende forza l’obiettivo di una gestione unitaria del ciclo integrale dell’acqua. Nel 1997 l’amministrazione comunale di Rimini affida all’azienda anche la gestione delle fognature comunali.

L’Amir del nuovo secolo di fatto è una multiservizi. Si occupa di ciclo integrale dell’acqua, gestione, progettazione e costruzione di opere funzionali ad acquedotto, fognatura e depurazione reflui in diciannove comuni della provincia. A Rimini anche di sottopassi e fontane pubbliche. Sua la gestione degli acquedotti interregionali dei monti Fumaiolo e Carpegna. L’organico sale a 200 persone circa.

Spinta dagli sviluppi normativi, sul finire del 2002 viene definita l’operazione che andrà a rivoluzionare la storia dei servizi pubblici locali. Con l’approvazione del relativo bilancio, il ramo gestionale di Amir SpA viene infatti scorporato per confluire in Hera SpA. Riqualificata come società patrimoniale a capitale interamente pubblico incedibile, Amir resta proprietaria degli asset realizzati sul territorio, reti, impianti e beni strumentali al servizio idrico integrato.

Per razionalizzare l’assetto dei beni ambientali presenti sul territorio Amir, quale società degli asset, nel 2003 è chiamata ad attivare il processo di incorporazione di Amia Asset SpA (figlia di analoga scissione a favore di Hera SpA del ramo gestionale di Amia SpA) e di Rimini Valmarecchia SpA (risultato della trasformazione del Consorzio per il Risanamento della Vallata del Fiume Marecchia, proprietario tra l’altro dell’impianto di depurazione di Santa Giustina).

Prende forma il progetto ‘Società delle Fonti’ della Romagna, una società unica a cui vengono conferite tutte le fonti di approvvigionamento presenti sul territorio romagnolo. Nell’accordo di programma messo a punto nel 2004, il Comune di Rimini pone quale condizione centrale per il passaggio delle fonti locali il potenziamento del depuratore di Santa Giustina e la contestuale dismissione dell’impianto di Bellaria-Igea Marina. Del finanziamento dell’operazione si farà carico Romagna Acque, con il contributo decisivo di Amir.

Amir in particolare si occupa della cosiddetta dorsale nord, la maxi condotta necessaria per convogliare i reflui al depuratore di Santa Giustina, sia da Bellaria-Igea Marina che dalle frazioni di Rimini nord. Un progetto articolato che richiede tutta una serie di valutazioni, a partire dall’impatto ambientale. Nel 2012 l’apertura del cantiere. I lavori si concludono in un paio d’anni. Nel 2015 la condotta entra in azione. Per Amir un investimento che ammonta a 7,2 milioni.

L’assemblea dei soci, nel gennaio 2015, dà mandato ad Amir di procedere al finanziamento di ulteriori impianti del Servizio Idrico Integrato, in accordo con il nuovo metodo tariffario idrico. Viene così sottoscritta con Atersir e gestore la convenzione denominata ‘Accordo quadro per il finanziamento e la realizzazione di opere relative al servizio idrico integrato nel territorio della provincia di Rimini’, a cui seguono, ancora oggi, tutta una serie di accordi attuativi in risposta ai fabbisogni del territorio.